STORIA DEL COLLE DI CATERINA CARLI
"I miei genitori, mia sorella e io siamo nati e cresciuti a Siena. Il mio babbo faceva il notaio e nel 1972 acquistò Il Colle, che è stato da allora la casa delle nostre vacanze. Nello stesso anno furono piantati i primi tre ettari di vigneto, di cui ancora oggi mi prendo cura. Nel 1977 mio padre stappava il primo Brunello in compagnia dei suoi amici. Riusciva perfettamente a combinare i ritmi cittadini di un notaio con il suo svago: stare sul trattore in mezzo alle vigne e respirare l’aria di Montalcino. Un giorno, nell’aratro di quello stesso trattore dove lui passava i suoi fine settimana, trovò incastrato un oggetto color del bronzo, raffigurante un levriero a forma di “C”. C come Carli e come Colle. Siccome nessuno gli forniva certezze sulla provenienza, forse etrusca, si rassegnò dicendo: “il passato sarà anche incerto, ma il futuro brillante”. Così, da allora, quel levriero è nelle nostre etichette. Nel 1998, sempre per divertimento e con grande entusiasmo, piantò i 5 ettari di vigneto a Castelnuovo Dell’Abate di cui, purtroppo, vide solo la prima vendemmia. Il mio babbo tutto avrebbe voluto tranne che facessi questo mestiere, troppo legato agli agenti atmosferici, incontrollabili e indipendenti dall’azione umana. Quello che lui vedeva come ostacolo, è invece per me libertà; quello che per lui era rischio, è per me opportunità; quello che per lui doveva essere solo un hobby, è diventato il lavoro che mi appassiona, grazie anche alla guida di Giulio Gambelli, che è stato sempre al mio fianco, proteggendomi, con professionalità e competenza. Di vino nelle botti ne è passato tanto, hanno preso forma sogni e progetti che mi hanno reso sempre più convinta che fare vino è la mia vera passione. Il Brunello, il Rosso e il Come Se del Colle sono il mio “futuro brillante”, che mio padre si era immaginato per la C.